26-02-2013 FULVIO BERNARDINI E ROBERTO BAGGIO: DUE ESEMPI DI CALCIO PULITO.

Bologna – Fiorentina, ovvero “il derby dell’Appennino”.
Un derby forse troppo sentito da ambo le tifoserie.
Alla fine dei conti è pur sempre una partita di calcio.
Per quale motivo bisogna far diventare queste rivalità calcistico sportive
in una rivalità che a volte rasenta la “guerra civile”?
Non sono d’accordo con quegli addetti ai lavori,
che ogni qual volta che c’è una partita, la quale in passato ha destato problemi di ordine pubblico,
ripropongono, ripescano o parlano solo degli eventi incriminati e dei contrasti tra le tifoserie.
Facendo così, si dà motivo alle medesime di rievocare rancori ormai assopiti nel tempo.
A me piace ricordare queste partite con la Fiorentina, di scena oggi al Dall’Ara
attraverso i personaggi che hanno fatto la storia di entrambe le squadre nel senso
della signorilità sportiva e umana.
Due su tutti: Fulvio Bernardini e Roberto Baggio.
Il primo, chiamato anche “Fuffo”, “Dottore” oppure “Professore”,
è stato allenamento sia del Bologna che della Fiorentina, vincendo con entrambe uno scudetto:
Fiorentina ’55-’56 e Bologna ’63-’64.
Dell’ultimo scudetto dei rossoblu, mi ricordo la grande sintonia che c’era tra il presidente Renato Dall’Ara,
uomo dal carattere molto forte, e i giocatori stessi,
i quali raramente mettevano in dubbio ogni sua proposta riguardante l’ingaggio.
Questa sintonia fu ancora maggiore nel momento in cui nel marzo del ’64 vennero
resi noti gli esiti dei test antidoping fatti un mese prima,
alla conclusione della partita vinta dal Bologna sul Torino per 4-1.
I giocatori “segnalati” furono:
Romano Fogli, Marino Perani, Ezio Pascutti e Paride Tumburus e Mirko Pavinato, il capitano.
La colpa di tale somministrazione, di cui i giocatori non ne erano a conoscenza,
cadde proprio su Bernardini, il quale, in primo grado,
si beccò un anno e mezzo di squalifica e al Bologna vennero tolti tre punti in classifica.
A tre giornate dalla fine del campionato però, riconoscendo l’innocenza dei giocatori
e dell’allenatore oltre all’inconsistenza dei fatti,
al Bologna vennero restituiti i tre punti, che gli permisero di arrivare alla fine del campionato
a pari merito con l’Inter, battuta poi per 3 a 0 nello storico spareggio del 7 giugno del ’64 all’Olimpico di Roma.
Con questa strepitosa vittoria, si onorò così, anche la memoria del Presidentissimo Renato Dall’Ara,
avvenuta quattro giorni prima.
L’altro “eroe” positivo è sicuramente Roberto Baggio, ovvero il “Divin Codino”,
che, anche se a Bologna è stato di passaggio (campionato ’97-’98),
è entrato sicuramente nei cuori dei tifosi rossoblu per la sua immensa classe
sia dentro che fuori dal campo.
Altro che certi giocatori di oggi, dediti di più a plateali protese e “voli pindarici”
pur di ingannare i direttori di gara.
Bologna! Un anno importante per lui, al di là delle piccole scaramucce con il mister Ulivieri,
perché, proprio con la squadra rossoblu, ha avuto modo di riconquistare la maglia della nazionale
partecipando così ai mondiali del ’98 in Francia.
Inoltre, proprio con il Bologna, ha stabilito il suo record di reti segnate in un campionato: 22.
Personalmente ho avuto la fortuna di conoscerlo, oltre che di apprezzarlo in ogni sua sfaccettatura.
Uno dei pochi esempi, se non l’unico, da prendere come modello da quei ragazzi
che si stanno avvicinando al calcio.
Sì perché, solo con un campione con Baggio si può sperare in un calcio meno urlato,
più onesto e nello stesso tempo spettacolare da far dire a tutti…… IL SOGNO CONTINUA.

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